Il futuro dell’economia circolare italiana protagonista all’EcoForum 2020

21 Ottobre 2020

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Semplificazioni legislative, nuovi impianti, ruolo degli investimenti europei e responsabilità dei decisori pubblici. Sono questi i temi principali, tutti incardinati intorno allo sviluppo dei mercati dell’economia circolare, al centro della prima giornata di EcoForum, l’evento organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club, in collaborazione con CONOU e col patrocinio del Ministero dell’Ambiente, al via oggi a Roma. Un appuntamento di alto profilo per fare il punto sulla situazione attuale dell’economia circolare nel nostro Paese e ragionare sulle criticità che oggi rallentano la maturazione di questo settore e quindi sulle possibili soluzioni per garantirne la migliore promozione.

Dopo una sessione di avvio con un talk riservato alle imprese e la presentazione del sondaggio Ipsos sulla consapevolezza ambientale degli italiani, EcoForum ha visto lo svolgimento di una tavola rotonda istituzionale moderata dal giornalista RAI Marco Frittella e animata dal Presidente del CONOU Paolo Tomasi oltre che dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani e il Presidente di CONAI Luca Ruini. Dal dibattito è emersa la necessità di velocizzare e rendere efficaci anche a livello regionale e comunale le misure di semplificazione: per scongiurare il blocco della filiera nazionale si richiedono interventi per favorire la realizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e l’applicazione esecutiva dei criteri minimi ambientali in ambito di appalti pubblici, inclusi quelli per l’approvvigionamento dei lubrificanti.

Vivissima allo stesso tempo la missione di saper convertire i fondi che arriveranno dall’Europa in progetti d’innovazione e rilancio fattivo dell’economia sostenibile. Una partita essenziale per la quale la classe dirigente e amministrativa è chiamata ad un grande senso di responsabilità così come sarà rilevante, per sviluppare l’economia circolare anche dal basso, la collaborazione civica da parte dei cittadini.

Tasselli diversi di un quadro generale che ci impone, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria, di ripartire con vigore con un nuovo approccio resiliente e fondato sui criteri di riciclo e sostenibilità. Un impegno sempre onorato dal CONOU che anche nel periodo più difficile della crisi ha saputo dare continuità d’azione all’attività della sua Filiera di raccolta e avvio a rigenerazione degli oli minerali usati in tutta Italia.

Le evidenze della ricerca Ipsos

L’indagine Ipsos ha evidenziato come la metà degli italiani sia oggi consapevole dell’attività di raccolta dell’olio lubrificante usato che avviene in Italia, mentre è ormai residuale il numero di concittadini che pensano che questo rifiuto pericoloso venga disperso nell’ambiente. Tra coloro che si sono detti consapevoli della raccolta dell’olio minerale usato, oltre un quarto (il 28%) dichiara una stima in linea con la realtà in riferimento alla quantità di rifiuto raccolto, pari al 46% del totale dell’olio immesso al consumo (corrispondente al 99% dell’olio usato raccoglibile). Dati che confermano l’importanza del lavoro svolto dalla Filiera del CONOU a salvaguardia della natura e della salute, e che evidenziano quanto il rilievo pubblico e la coscienza civica sulla gestione di un rifiuto non certo di uso quotidiano come l’olio lubrificante usato possa essere veicolo di ulteriore sostegno e rilancio alla cultura ambientale e all’economia circolare nel nostro Paese.

Per rivedere i lavori dell’incontro di questa mattina e seguire l’intervento del Presidente Tomasi è possibile collegarsi al seguente link:

https://youtu.be/eSexP9Q3NIQ

 

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