Vite salvate e meno emissioni, riciclare l’olio usato fa bene

14 Febbraio 2022

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Difendere l’ambiente, raccogliendo l’olio lubrificante usato fino all’ultima goccia e inviarlo alla rigenerazione per il suo integrale reimpiego: è la missione di economia circolare del CONOU, i cui risultati e obiettivi ogni anno si fanno sempre più ambiziosi.

L’ultimo Rapporto di Sostenibilità, infatti, ci racconta che aver avviato a riciclo il rifiuto pericoloso olio lubrificante usato (171mila le tonnellate raccolte e avviate a rigenerazione) ha contribuito a salvare, solo nel 2020, ben 3,2 specie viventi e a preservare 3.441 anni di vita sana. Obiettivi importanti raggiunti con una gestione capillare della qualità in tutta la filiera e grazie anche al contributo sempre maggiore dell’innovazione digitale.

Ma non è tutto. L’impatto ambientale dell’attività del Consorzio è molto più profondo e va valutato sulla base di tutte le risorse naturali e dell’energia che si è evitato di consumare per la realizzazione dei lubrificanti, rispetto al ciclo di prima raffinazione.

Ecco altri e importanti benefici apportati dal CONOU a confronto con un sistema produttivo alternativo basato sulla generazione di basi lubrificanti vergini:

  • 78,4 mila tonnellate di CO2 equivalenti di emissioni evitate (-49%);
  • circa 1 mln di tonnellate di impoverimento di carbonio nel suolo risparmiate all’anno (-96%);
  • 779 tonnellate di anidride solforosa generatrice di piogge acide risparmiate all’anno (-80%);
  • 74 Kg di clorofluorocarburo equivalenti risparmiate all’anno (-91%);
  • 220 tonnellate di ioni fosfato equivalenti risparmiate all’anno (-92%);
  • 124.900 tonnellate di clorobenzene equivalente risparmiate all’anno (-97%);
  • 34 milioni m3 di acqua risparmiata all’anno (-76%)

Dati importanti che proiettano il CONOU all’altezza delle sfide green dei prossimi anni (2030, realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU e 2050, obiettivo emissioni zero della Commissione europea) e al tempo stesso lo pongono come eccellenza dell’economia circolare a livello internazionale.

Insomma, un caso da studiare e un esempio da seguire. Anche perché il 2030 e il 2050 non sono così lontani…

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